Previdenza

Autori: Alberto Cauzzi e Maria Elisa Scipioni
ASSINEWS 249 – gennaio 2014

“Arte più misera, arte più rotta/non c’è del medico che va in condotta”. È con questo distico che il poeta A. Fusinato (1817-1888) descrive in poche parole quella che fino alla fine degli anni ‘80 rappresentava una delle figure di riferimento del paese. Il medico di condotta non solo si occupava di tutto ciò che riguardava l’assistenza sanitaria, ma anche di tutte le problematiche legate all’igiene e alla prevenzione del Comune in cui aveva l’obbligo di residenza, in cui aveva appunto la condotta. Lui era “uno di famiglia”, impegnato nella continua assistenza (notturna e diurna) della sua comunità; dottore non solo dei dolori fisici, ma anche delle pene morali. CONTENUTO A PAGAMENTO
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